Basta! Dal 2020 ci portiamo l’idea che sia stato l’anno del virus, come se non fosse successo altro, come se le persone della classe media e povera avessero soltanto dovuto perdere la propria economia, restare al 41bis nelle proprie case senza appartenere a cosche mafiose, senza poter più avere quella gioia profonda di un abbraccio e del contatto sociale con gli altri. Il panico ha sostituito la paura che è figlia della prudenza. Prudenza viva da sempre nelle persone di buon senso; paura come naturale (e comprensibile) sentimento generatosi dalla situazione sconosciuta sino a febbraio 2020; panico indotto da un sistema che include la comunicazione mediatica, il potere politico (in senso generale) e quello finanziario. Questa induzione del panico è difficile dire quanto sia progettata, figlia di ignoranza o di servilismi, legata ad egoismi di proprio salvataggio. Al di la’ quindi di complottismi, main stream o semplice flusso della storia umana (tutto indimostrabile oggi come domani), è comunque avvenuta. L’arrivo del primo furgone con le dosi di vaccino ha avuto una mediaticità che ha scaturito un’invidia (ma anche un sentimento di irriverenza) nei re magi con l’oro, l’incenso e la mirra. Ah, fossero esistiti i media al loro tempo! Beh, quell’immagine è qualcosa di deprimente per quegli esseri umani che hanno connessioni solide tra i loro neuroni e i sentimenti che gli nascono dal cuore e dalla pancia. Mi sono imbattuto in questa immagine che, ai miei sentimenti (e guai a chi parlasse di sentimenti giusti e sbagliati: le emozioni vengono su nelle persone, punto e basta) è di una tristezza senza limiti:

Quello che emerge da un disegno innocente come questo, è che il primo anno del decennio appena avviato sia legato ( salvificamente ) alla vaccinazione, e quest’anno sarà l’anno, grazie al vaccino, per metterla in quel posto al 2020. Finalmente la rivincita del genere umano su chi lo ha oppresso … ovviamente grazie al super-eroe di turno, questa volta rappresentato da pochi cc di liquido incolore ma pieno di superpoteri. Nei film, soprattutto se made in USA, quando è pronunciata la frase ” … andrà tutto bene …” a qualcuno colpito da un proiettile, da una malattia, comunque sulla soglia del passare a miglior vita, il malcapitato muore subito dopo, un format visto e rivisto. “Andrà tutto bene” è una frase troppo passiva, l’ho fatta mia a inizio pandemia perché vi ho annusato l’ottimismo che incarna. Poi ragioni, metti insieme i pezzi, e arriva il retrogusto, amaro al palato, di quella frase che è la passività, il fatto che “andrà tutto bene” a prescindere da te; tu goditi questa meraviglia, non serve che agisci, ci sarà il nuovo messia che provvederà. NO, NON CI STO! Se “andrà tutto bene” è perché noi lo faremo andare bene! Il 2021, almeno personalmente, sarà l’anno dell’attivismo, ancora più energico (chi mi conosce so che sta tremando). La salute sicuramente può essere meglio curata con soldi e vaccini ma, la parte più cospicua della nostra continua e rinnovata salutogenesi, parte dai singoli individui, dai loro comportamenti, quantomeno nella società occidentale che viviamo. Invece quella parte povera del mondo ha il suo destino legato al livello di stronzaggine della parte ricca, purtroppo. Una formidabile salute nasce dall’essere attivi, fisicamente e mentalmente, e da un pensiero positivo. C’è anche un po’ di fortuna nel aver ospitato senza alcuna limitazione il coronavirus nel mio organismo per 10 giorni e oggi avere già gli anticorpi specifici in azione (è una vaccinazione endogena, che non ha avuto bisogno del liquidino magico, almeno al momento). E’ stata anche un po’ di fortuna l’essere stato considerato come MALATO dalle statistiche nazionali ma, in quegli stessi giorni, zappare l’orto a torso nudo con 2 gradi di temperatura (il selfie qui sotto ne è testimonianza). Mi spiace per chi ha sofferto per il Covid che mi abbiano inserito nella stessa statistica di chi aveva un tubo nella gola (al suo posto sarei offeso). Ma non è solo fortuna l’essersi negativizzato (semanticamente molto diverso da “guarito”).

La salute la possiamo sempre cercare (e ottenere), anche a 100 anni d’età, anche se affetti da malattie gravi c’è possibilità di ottenere salute (relativa ovviamente) e, di conseguenza, qualità di vita. Siccome credo fermamente nelle vaccinazioni, ma non credo alla divinizzazione del vaccino per il coronavirus (e vorrei capire tante cose dove molti conti non mi tornano), l’invito è più che chiaro a tutti:
Andrà tutto bene se noi lo faremo andare bene
Per questo il 1° di Gennaio ho preso la mia bicicletta, come avevo già fatto due giorni dopo che ho avuto il secondo tampone negativo, e ho pedalato. 50 kilometri alla vista di una Majella, la Dea Maja, con un meraviglioso cappello bianco, splendida, magica, seduttiva: la sua vista e lo sforzo fisico hanno fatto schizzare alle stelle endorfine, serotonina, ossitocina, ecc. Le vere medicine di cui il nostro corpo ha i magazzini pieni, ma di flaconi chiusi, che vanno stappati con nostre azioni e modus vivendi. Chi aspetta e crede nel vaccino DEVE vaccinarsi. Non lo aspetti tuttavia come un messia, intanto si fidi della Natura, a cui il suo corpo appartiene. Volersi bene è la prima cura, più importante della fiale vaccinale. Qualcuno dirà: “ma questo è scontato!”. Vero, ma non lo sento dire dai media e dalla maggior parte delle persone, per questo voglio sottolinearlo e gridarlo ai quattro venti. Buon 2021