di André Felici, Osteopata, Bologna.
Docente Scuola di Osteopatia AbeOS, sede di Bologna
La letalità dell’influenza Spagnola del 1918/1919 aveva causato quasi 50 milioni di vittime nel mondo. Il dottor Smith, un professore della AT Still University, chiese in quel periodo a 2445 osteopati negli Stati Uniti di svolgere uno studio clinico tramite un protocollo epidemico chiamato “Influenza Protocol“. Il tasso di mortalità dei pazienti, che si erano sottoposti ai trattamenti osteopatici, era notevolmente minore rispetto a quello dei pazienti che si erano affidati alla medicina allopatica.
Questa percentuale, nei gruppi colpiti da infezioni alle vie respiratorie superiori e trattati da osteopati, fu del 0,25%, mentre nei gruppi sottoposti a trattamenti allopatici del 5-6%.
Tra i pazienti che invece erano affetti da una polmonite o da infezioni alle vie respiratorie inferiori e che vennero trattati dai nostri colleghi osteopati dell’epoca, il tasso era del 10%; mentre, nel gruppo dei pazienti che ricevettero cure dagli approcci medici tradizionali dell’epoca, morirono tra il 28% e il 60% (la variabile é data dallo stato americano d’appartenenza).
Non dobbiamo assolutamente dimanticare e rimanere consapevoli del fatto che, all’epoca, era difficile raccogliere dati accurati per studi clinici e che esistevano una serie di variabili. Per esempio gli osteopati di quel tempo non contrastavano nei loro pazienti la febbre perché convinti che fosse importante per bruciare tossine e per promuovere l’efficacia delle risposte immunologiche.
Studi più recenti invece hanno mostrato che il trattamento osteopatico (non la manipolazione!!) é in grado di incrementare le abilità nel combattere infezioni. Nel 2006, Dr. Ray Hruby e Dr. Hoffman pubblicarono un articolo nel Journal of the American Osteopathic Association, proponendo una serie di tecniche osteopatiche.
Nacque così un protocollo influenzale (Influenza protocol) per incrementare le fluttuazioni linfatiche e per sostenere in questo modo un sistema immunitario più efficiente. Il video che abbiamo preparato in associazione a questo articolo si basa su quel protocollo.
Anche se deve prevale l’applicazione personalizzata al singolo paziente nei trattamenti osteopatici, in circostanze, come ad esempio quelle che stiamo vivendo, può essere utile concepire un protocollo del genere. Che si rileva comunque indicato in quadri di depressione del sistema immunitario. Questo sistema necessita di spazi anatomici senza restrizioni in aree specifiche per poter funzionare adeguatamente, come, per esempio, il decorso dei vasi infatici e l’assenza di disfunzioni nelle aperture toraciche. La circolazione polmonare in casi come questi é essenziale, così come anche lo scambio di liquidi in tutto il corpo (sotto scambio non si intende solo quello biochimico, ma soprattutto quello informativo). Questo protocollo si presta anche per trattare la stanchezza (dopo una intensa giornata di trattamenti). Spesso svolgo questo protocollo i primi 15 minuti PRIMA di iniziare il trattamento specifico (“rebalancing” incluso). Da non dimenticare, alla ripresa del nostro lavoro, di proteggere noi e il nostro paziente durante la seduta con mascherina FFP2 o FFP3, camice monouso, ecc. (anche se siamo consapevoli che queste misure non isolano dai virus, possono trasmettere comunque ai nostri pazienti la tutela eseguita da parte nostra).
I risultati migliori sono stati ottenuti con due trattamenti nelle prime 24 ore dall’inizio dei primi sintomi (1918 C.P. McConnell). Queste tecniche dovrebbero essere svolte da osteopati o sotto la sorveglianza di osteopati. Le controindicazioni per il protocollo possono essere fratture non ancora
rimarginate completamente, stenosi della carotide, processi tumorali e altre malattie croniche. Si consiglia di applicare il protocollo due vuole alla settimana per 15-20 minuti per sessione. Il video è visibile cliccando su questo link: https://www.facebook.com/abeosteopatia/videos/2807617226132327/
Bibliografia
1) The 2012-2013 Influenza Epidemic and the Role of Osteopathic Manipulative Medicine – Donna M.Mueller, DOhttps://jaoa.org/article.aspx?articleid=2094647
2) Avian influenza: An osteopathic component to treatment – Osteopathic Medicine and Primary Care, July 9th, 2007 – Raymond J Hrubry and Keasha N Hoffman. 3) Osteopathy and Respiratory Pandemics of 1918 and 2020 – Eva B. Shay, DO, Chair and Assistant Professor of Osteopathic Principles & Practice William Carey University College of Osteopathic Medicine Hattiesburg, Mississippi, USA
Buona pratica, André Felici.
Sull’autore André Felici :
Nato in Germania con origini italo-tedesche. Inizia due anni di medicina alla FAU, Miami (FL) per proseguire poi a Berlino dal 2000 gli studi in Osteopatia, diplomandosi nel 2005 nella capitale tedesca. Durante gli studi osteopatici si diploma alla ASL tedesca nel 2003 in medicina empirica tedesca (Heilpraktiker). Dal 2005 al 2015 pratica come osteopata e Heilpraktiker a Berlino, Germania. Nel 2006 consegue per tre anni gli studi in Medicina della consapevolezza, che complementano l’osteopatia praticata da lui oggi. Parallelamente segue per due anni i corsi di Osteopatia Biodinamica alla Cercle d’etudes et de Recherches Osteopathiques – Accademie Rollin Becker di Parigi. Dal 2015 si trasferisce a Bologna e funge prima come assistente e poi come docente in osteopatia all’OSCE di Bologna. Attualmente pratica come osteopata e Heilpraktiker nel suo studio a Bologna “L’osteopatia Creativa”“. Membro del corpo docente della Scuola di Osteopatia AbeOS (http://www.abeos.it), fondatore dell’Accademia Medicina della consapevolezza con sede a Bologna.