Nella giornata contro la violenza alle donne pubblichiamo una riflessione del Direttore Generale di AbeOS, osteopata con formazione in Counseling Relazionale ad indirizzo media-comunicativo con master triennale
Le donne sono donne e gli uomini sono uomini con le loro diversità. Su questo nessuno può avere dubbi. La genetica o patologie come la Sindrome di Morris ci dicono come la differenza sia stabilita, già al tempo della fecondazione dell’ovulo umano, da sostanze biochimiche organiche, gli ormoni. Parlare di uomo/donna non c’entra niente con il parlare delle differenze tra maschile e femminile. Chi vi scrive è convinto che il rispetto verso la donna passi verso una forte presa di coscienza del maschile e del femminile in tutti gli esseri umani, uomini soprattutto. Tutti i femminicidi, ma anche le vessazioni che molti uomini, sicuramente troppi, attuano contro le donne, soprattutto se sono nel ruolo di compagne (o ex) di vita, sono da considerarsi vere e proprie malattie. Attenzione! Non si consideri questa affermazione come una giustifica, si sta tentando di analizzare il fenomeno. Quando gli uomini e le donne scoprono di avere una parte maschile e una parte femminile, probabilmente attenuano quell’impeto di abuso di potere (fisico gli uomini, giuridico e comportamentale le donne) verso una persona che non è un’altra cosa rispetto a te, ma ne incarna un mondo. Quella che considero la patologia del femminicida, ma anche il comportamento altrettanto grave moralmente (seppur di sicuro minore peso giuridico) perpetrato dalle donne che cercano di distruggere l’ex marito, ricevono una grande spinta dal non saper dialogare con la loro parte femminile gli uomini, e con la propria maschile le donne. Anche la neurologia ci dice che i due emisferi cerebrali hanno modalità di funzionamento diverso; si parla di cervello maschile e femminile, digitale e analogico. La fantasia e la creatività sono produzioni della parte femminile degli esseri umani, uomini o donne che siano. La capacità pragmatica di realizzare i progetti è frutto della nostra parte maschile. Il femminile vede le cose con i contorni sfumati, con tanti toni di grigio (analogico), il maschile pianta prima i paletti di confine e ragiona con il bianco o nero (digitale). Le persone di talento, geniali, i grandi inventori, i potenti curatori, insomma le persone speciali, hanno una forte capacità di integrazione del loro femminile con il loro maschile. Ovvio che le donne hanno un femminile molto più sviluppato, così come gli uomini hanno una preponderanza della parte maschile. Ma tutti, sottolineo tutti, siamo composti dai questi due mondi, con proporzioni diverse. Oggi celebriamo la giornata contro la violenza sulle donne, ed è giusto che sia così. Ma temo che le severe punizioni e la caccia ai mostri non fermerà violenze e i femminicidi finché non ci sarà un serio processo culturale di presa di coscienza sul maschile e femminile.