di Marcello Luca Marasco
Sono passati 145 anni da quando un vero genio delle scienze mediche, il dottor Andrew Taylor Still, coniò il termine osteopatia per identificare un approccio clinico, quindi diagnostico e curativo, basato su saldi principi e NON confondibile con altre medicine che, solo apparentemente, le potrebbero assomigliare. Oggi l’osteopatia è una scienza in crescita decisa e sempre più apprezzata dai pazienti, ma lo fu anche la sua espansione (oggi diremmo virale) in epoche dove, da non così tanto tempo, esisteva a malapena l’energia elettrica. L’osteopatia è stata raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità affinché venisse inserita nei sistemi di assistenza pubblica da un mare d’anni, la stessa O.M.S. ha redatto le linee guida per la formazione di un osteopata a cui la nostra scuola aderisce fedelmente e certificandosi per questo. Oggi l’osteopatia è una medicina riconosciuta come professione sanitaria dallo Stato Italiano, si attendono i decreti attuativi dal dicembre 2017, si attende anche un’azione più incisiva delle istituzioni amministrative, politiche ed economiche affinché ci sia una tutela del paziente. In Italia fai la coda per avere un appuntamento da un osteopata bravo, ma la presenza sul territorio di oltre 60/70 istituti di cui almeno 50 di questi, che dovrebbero essere di formazione, in realtà sono diplomifici di bassa qualità. Questo abbassa lo standard medio dell’osteopata italiano con rischio per il paziente. Forza! Diamoci da fare, l’osteopatia lo merita.
La foto è tratta dal profilo Fb di Robertp Pagliaro